FADOI e la Medicina di Genere
La Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti (FADOI) è la società scientifica italiana di medicina interna ospedaliera. Nel 2008, con il primo articolo “Medicina di genere, i progressi ed i problemi ancora da risolvere”, scritto a quattro mani con l’allora presidente nazionale Antonino Mazzone e pubblicato su Doctor, è cominciata ufficialmente l’attività della FADOI in questa nuova dimensione della medicina, interesse poi cresciuto negli anni successivi. Già nel 2011 a Firenze, in occasione del Congresso nazionale, con la costituita Area di medicina di genere, FADOI ospitò il primo incontro delle società scientifiche su questo tema. Per la prima volta si sono seduti allo stesso tavolo, per condividere e promuovere questo approccio culturale “diverso”, i rappresentanti delle principali società scientifiche italiane con interesse in medicina di genere, l’Istituto Superiore di Sanità, organo tecnico del Ministero della salute, e Giovannella Baggio, titolare dell’unica Cattedra di medicina di genere in Italia presso l’Università di Padova.
La società scientifica FADOI in questi anni si è profondamente impegnata per diffondere tra i suoi iscritti una cultura di genere attraverso la programmazione di un’attività formativa e di ricerca che ha coinvolto soprattutto la componente giovane della Società.
All’Area medicina di genere FADOI afferiscono i medici che hanno conseguito il master in medicina di genere e un gruppo costituito da giovani internisti provenienti da tutte le regioni d’Italia, coordinati dalla past president della FADOI giovani. Questo gruppo ha sviluppato negli ultimi quattro anni un concreto interesse per le differenze genere-specifiche in tutti i campi della medicina interna.
A partire dal 2012, la medicina di genere è diventata un hot topic del Congresso nazionale FADOI. Sono stati realizzati infatti negli ultimi anni ben cinque corsi e due simposi di medicina di genere. Dopo i primi corsi con letture di esperti nazionali, sono stati coinvolti numerosissimi esponenti FADOI che hanno presentato relazioni sulle differenze di genere nelle diverse patologie internistiche di cui erano cultori. Gli ultimi anni hanno visto inoltre i FADOI junior (relatori) a confronto con i senior (discussant) su temi fondamentali come le differenze di genere in ambito cardiovascolare, respiratorio, gastroenterologico, metabolico ed ematologico, iniziando così un vero e proprio processo di alfabetizzazione degli internisti ospedalieri. Un numero crescente di simposi o relazioni di medicina di genere è stato inserito nel programma dei Congressi regionali. FADOI ha inoltre intenzione di inserire, dal 2019, una relazione di medicina di genere nei corsi monotematici e nei simposi nazionali. Grazie al gruppo giovani, l’attività scientifica di FADOI in quest’ambito si è intensificata. Numerosi negli ultimi anni sono stati gli abstract dedicati alla medicina di genere presentati al Congresso nazionale; quelli più meritevoli hanno ottenuto la presentazione orale e la sponsorizzazione del relatore al Congresso nazionale. Parallelamente, sull’Italian Journal of Medicine sono stati pubblicati molti articoli del gruppo medicina di genere, considerando la stratificazione dei dati per genere, cioè con la revisione statistica differenziata, di importanti trial clinici FADOI.
FADOI fa rete: forma e informa
Per quanto concerne l’attività di formazione, al Master di II livello in medicina di genere dell’Università di Firenze, cui soci FADOI partecipano come docenti, la Federazione ha sponsorizzato negli ultimi due anni l’iscrizione di giovani soci del gruppo Medicina di genere, in modo da creare una competenza specifica anche nei giovani internisti. Sottolineiamo infine che nel 2016 FADOI è entrata ufficialmente a far parte a pieno titolo della Rete italiana della medicina di genere, come si legge nel fascicolo dei Quaderni della Salute del Ministero dedicato al genere come determinante di salute.
FADOI collabora con la Federazione delle Società Medico-Scientifiche Italiane (FISM) con obiettivi di formazione, informazione ed appropriatezza in tema di medicina di genere e con la Federazione Nazionale Ordine dei Medici e Odontoiatri (FNOMCeO) nella condivisione di eventi formativi.
Il gruppo medicina di genere di FADOI ha partecipato a iniziative europee (ad esempio alla EUGenMed Kick-off Conference a Bruxelles 2014 e 2015 e al progetto GENCAD) e si è occupato di attività divulgative rendendo disponibili, tradotti in italiano, i dépliant informativi sulle differenze genere-specifiche della cardiopatia ischemica, sia per il pubblico che per gli operatori sanitari, direttamente scaricabili dal sito FADOI. Sempre in ambito europeo, al 7th European Congress of Gender Medicine IGM di Berlino 2015, sono stati presentati in sessione plenaria i dati del FADOI-DIAMOND elaborati con le differenze di genere (3150 pazienti con diabete ricoverati in reparti di medicina interna).
I giovani della medicina di genere, inoltre, sono parte attiva dell’IMAGINE group (gender group) della Federazione Europea di Medicina Interna (EFIM), con cui è stata realizzata una survey sulla conoscenza da parte degli internisti europei delle differenze di genere nelle più comuni malattie (in corso di pubblicazione).
Infine, l’impegno di FADOI si concretizza anche in uno stretto legame con ANIMO, la sociètà degli infermieri che lavorano nei reparti di medicina interna italiani, divulgando quindi la cultura di genere anche nell’area infermieristica.
La legge sulla medicina di genere
In ambito italiano, l’applicazione e la diffusione della medicina di genere nel SSN in Italia, in attuazione della legge 3/2018 art. 3, è una grande opportunità per le società scientifiche, e soprattutto per FADOI, per poter garantire processi diagnostici e terapeutici appropriati. Il DDL è volto alla diffusione della medicina di genere mediante “divulgazione, formazione e indicazione di pratiche sanitarie che nella ricerca, nella prevenzione, nella diagnosi e nella cura, tengano conto delle differenze derivanti dal genere, al fine di garantire la qualità e l’appropriatezza delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale in modo omogeneo sul territorio nazionale”. Specifiche raccomandazioni sono emanate dal Ministero della salute e destinate agli Ordini e ai Collegi delle professioni sanitarie, alle società scientifiche e alle associazioni di operatori sanitari non iscritti a Ordini o Collegi, volte a promuoverne l’applicazione su tutto il territorio nazionale. Al comma 1 prevede: “la promozione e sostegno: della ricerca biomedica, farmacologica e psico-sociale basata sulle differenze di genere”. Questo DDL rappresenta quindi una pietra miliare per lo sviluppo di una “concreta” medicina di genere.
Il genere nella Medicina interna
Le competenze e le attività degli internisti sono molto estese e complesse. Alcuni esempi possono dare l’idea della “poliedricità” che caratterizza la società scientifica FADOI. I clinici hanno la necessità di conoscere le differenze tra uomini e donne nella sintomatologia, nella presentazione clinica e nella risposta alla terapia, nonché nell’accesso ai servizi, perché questo è il primo passo per assicurare interventi diagnostici e terapeutici mirati, volti a garantire equità ed appropriatezza delle cure a tutti i cittadini. Le donne sono più frequentemente affette da tutte le forme di anemia, e, in particolare, l’anemia sideropenica è la più diffusa tra le donne. Esiste un’alta incidenza di asma tra i giovani maschi, mentre le femmine ne sono principalmente affette nell’età adulta e con sintomi più gravi. Un’altra chiara differenza legata al sesso riguarda la funzionalità renale: le donne hanno un più basso numero di nefroni e pertanto una ridotta capacità di concentrare le urine rispetto agli uomini, con un’aumentata prevalenza di insufficienza renale cronica in stadio III. Le donne hanno maggiore prevalenza di malattie autoimmuni, ma la nefrite lupica è più comune nell’uomo ed è associata a un decorso più aggressivo. Le differenze di sesso e genere sembrerebbero influire anche sull’incidenza e sulla prevalenza di diabete mellito, anche se al momento con evidenze limitate. Le malattie autoimmuni tiroidee sono più frequenti nelle donne, ma il sesso maschile è un fattore di rischio per tumore della tiroide. L’osteoporosi è più frequente nelle donne, ma è estremamente sottodiagnosticata negli uomini, in cui più alto è il rischio di fratture e i cui esiti sono peggiori. La demenza di Alzheimer e la depressione sono più frequentemente presenti nelle donne, ma la depressione negli uomini si accompagna a un maggiore rischio di suicidio. Esistono anche differenze tra i due sessi legate al management di malattia soprattutto in ambito cardiovascolare. Le donne con infarto miocardico e/o con scompenso cardiaco ricevono: meno procedure e trattamenti diagnostici in accordo con le linee guida, meno trattamenti invasivi e riabilitativi rispetto agli uomini, e meno indicazioni al trapianto cardiaco. Alle donne con fibrillazione atriale il trattamento anticoagulante viene meno prescritto, con una probabilità maggiore di ictus; e le donne, quando ne sono colpite, sono più spesso istituzionalizzate. Come si vede, gli interventi di competenza internistica comprendono una enorme varietà di attività mediche che necessitano di attenzione e competenza multidisciplinare e includono la medicina di genere come importantissimo strumento per arrivare a una sempre migliore appropriatezza delle cure.
Conclusioni
FADOI è una società scientifica vivace, attenta alle nuove esigenze sanitarie, ha una forte presenza giovane e una consolidata esperienza nel campo della formazione e della ricerca clinica in medicina interna. La ricerca clinica sulle differenze di genere in particolare vede FADOI già estremamente attiva con la pubblicazione da parte del gruppo medicina di genere di numerosi lavori scientifici. I giovani FADOI recentemente si sono dedicati anche alla stesura di review sulle differenze di genere in ambito cardio-vascolare, metabolico e respiratorio. I progetti in corso sono legati allo studio delle differenze di genere nelle malattie cerebrovascolari, nell’ipertensione e nel paziente terminale. L’attenzione rivolta alle differenze nell’uso dei farmaci e all’accesso alle cure può portare all’individuazione di futuri percorsi specifici. FADOI partecipa inoltre a bandi di ricerca in medicina di genere nazionali e internazionali.
Una delle mission della Società negli anni futuri sarà quindi quella di continuare a diffondere una cultura di genere, attraverso “promozione e sostegno dell’insegnamento della medicina di genere, garantendo adeguati livelli di formazione e di aggiornamento del personale medico e sanitario” come dettato dalla legge italiana, nonché una partecipazione attenta allo sviluppo di linee guida genere-specifiche.
Il vademecum creato da FADOI ne rappresenta il “messaggio” più evidente e prevede:
■ Inclusione delle differenze di sesso e di genere nei progetti di ricerca clinica
■ Descrizione dei risultati della ricerca in un modo sensibile al genere
■ Formazione dei professionisti sanitari in grado di conoscere e riconoscere le differenze sesso-genere specifiche
■ Adesione ai programmi di prevenzione primaria e secondaria e realizzazione di strategie di trattamento sensibili al genere delle principali malattie internistiche
■ Promozione dell’informazione sulle principali malattie internistiche per genere
In conclusione, oggi è impensabile che sesso e genere non abbiano rilevanza nella ricerca, nella diagnosi, nella cura e nell’assistenza sanitaria. Per far sì che ciò accada è necessario che le Società scientifiche e la formazione accademica si impegnino a diffondere una cultura di genere. Non farlo potrà solo avere influenze negative sulla appropriatezza terapeutica e, quindi, sulla salute dei nostri stessi pazienti.
Cecilia Politi, Responsabile AREA Medicina di Genere FADOI