Care Amiche e cari Amici della FADOI e dell’ANÌMO,
nel presentare l’Opinione dell’Esperto di questo mese mi soffermerò più sull’Esperto che non sulla Opinione, in quanto Giulio Radeschi, per quanto ben noto, può non essere conosciuto dalla maggioranza del popolo internistico FADOI. Egli è, infatti, specialista in Anestesia e Rianimazione dal 1977. Ha diretto la UOC Anestesia Rianimazione dell’Ospedale Martini di Torino dal 1997 e dal 2000 la SC di Anestesia Rianimazione dell’AOU S. Luigi Gonzaga di Orbassano fino al 2017, epoca del suo pensionamento. Da sempre impegnato nei vari ambiti dell’emergenza sanitaria extra ed intraospedaliera: ha diretto in Piemonte il servizio regionale di Elisoccorso sin dal suo avvio, nel 1988, e successivamente, nel 1993, ha avviato e diretto la prima Centrale Operativa 118 di Torino.
Nel 2004 realizza nel proprio ospedale il primo sistema MET del Piemonte e trasferisce l’esperienza presso l’ARESS del Piemonte sino alla direzione tecnico-scientifica del Gruppo Tecnico regionale istituito dalla Regione Piemonte presso l’Assessorato alla Sanità per la realizzazione e monitoraggio del sistema di emergenza intraospedaliera. Relatore in molti convegni sull’emergenza sanitaria ed autore di paper originali, testi e manuali sull’emergenza sanitaria in riviste nazionali ed internazionali, oltre ad avere contribuito alla traduzione italiana delle linee guida Advanced Cardiac Life Support dell’American Heart Association.
Dall’alto di questa sua competenza ed esperienza ci propone un argomento di altissimo interesse per noi Internisti: Emergenza intraospedaliera: il riconoscimento del deterioramento clinico e la risposta rapida. È ben noto come gli eventi avversi correlati all’assistenza clinica siano molto comuni, con percentuali comprese tra il 4% e il 15% dei pazienti ricoverati in ospedale, e possono provocare severe ripercussioni, tra le quali disabilità gravi e la morte. Già le linee guida “NICE 50 – Acutely ill adults in hospital: recognizing and responding to deterioration”, pubblicate nel 2007 e confermate nella loro validità nel 2020, sottolineano che è necessario migliorare la sicurezza dei pazienti ricoverati in ospedale, ridurre l’incidenza di eventi avversi gravi quali l’arresto cardiaco, la morte, il ricovero non programmato e tardivo in Terapia Intensiva.