Aggiorn@Fadoi Numero 169 | 15 Settembre 2022

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Care Amiche e cari Amici della FADOI e dell’ANÌMO,

siamo arrivati al numero del 15 settembre di aggiorn@fadoi, la scuola è in pratica iniziata in tutta Italia ed i nostri giovani ripartono in una didattica che sembra ricominciare con le caratteristiche della normalità. Speriamo che possa essere così per tutto l’anno, dopo l’isolazionismo che ha pervaso gli ultimi tre anni didattici. Quella che, purtroppo, non sembra affatto normalizzarsi, anzi, è la situazione sanitaria, quella ospedaliera in particolare. Infuria la campagna elettorale e si sentono roboanti promesse, insostenibili proposte, inverosimili impegni ma nulla o ben poco si sente dire sul miglioramento del Sistema Sanitario (neppure in mero tono propagandistico).

Eppure, si è visto come un’emergenza sanitaria globale possa mettere in ginocchio il Paese ed il Mondo intero. La FADOI, insieme con la SIMI, in rappresentanza di tutta la Medicina Interna italiana, ha lanciato un accorato appello in vista delle elezioni: “il SSN rischia di scomparire. La politica affronti la carenza del personale: rispetto a 10 anni fa ci sono 30 mila unità in meno. Servono nuovi investimenti e riforme”.

Le principali richieste avanzate da FADOI e SIMI riguardano soprattutto l’incremento del Fondo sanitario (il galoppare dell’inflazione ha, di fatto, già resi insufficienti i 2 miliardi previsti per la Sanità), la necessità di affrontare la carenza di personale e di posti letto, recuperare le liste di attesa (come da dati elaborati da FADOI e poi confermati da Agenas, nel corso del 2020 i reparti di Medicina Interna hanno perso circa 650 mila ricoveri di malati complessi). È indispensabile, poi, riformare la governance del Ssn dando maggiore centralità al Ministero della Salute, al fine di riorganizzare l’assistenza ospedaliera con l’aggiornamento del Dm 70, e, soprattutto, valorizzare la Medicina Interna, vista la sua centralità nel “Villaggio Sanitario” e riconoscendole ciò che di fatto essa è già, ovvero una disciplina non a ‘bassa’ ma ‘media’ intensità di cura.

Continua, quindi, il grande lavoro istituzionale di FADOI e continua il nostro lavoro quotidiano, e avanti con la presentazione di aggiorn@fadoi.

 

Recettore solubile per l’attivatore di tipo urochinasico del plasminogeno e tromboembolismo venoso in COVID-19. Il tromboembolismo venoso contribuisce in modo significativo a morbilità e mortalità da COVID-19. Il sistema recettoriale dell’urochinasi è coinvolto nella regolazione della coagulazione. Il recettore solubile per l’attivatore di tipo urochinasico del plasminogeno (suPAR) riflette l’iperinfiammazione ed è fortemente predittivo degli outcome in COVID-19. Ma non è ancora chiaro se i livelli di suPAR identifichino i pazienti con COVID-19 a maggior rischio di TEV.

Effetti della sarcopenia sulla sopravvivenza dei pazienti cirrotici: una metanalisi. Una delle complicanze maggiormente trascurate del paziente cirrotico è la malnutrizione e l’associata sarcopenia, quest’ultima definita come perdita di massa muscolare e di funzione muscolare. A causa del ridotto apporto proteico, del malassorbimento, della ridotta massa muscolare, circa il 30-70% dei pazienti cirrotici in stadio avanzato soffre di sarcopenia, responsabile di grave complicazione e di una maggiore probabilità di morte. Questo studio di Tantai, che ci presentano Nathalie Scarpulla, Elena Tricarico e Luca Fontanella, si è prefissato di effettuare una metanalisi degli studi più recenti per valutare l’impatto della sarcopenia sulle complicazioni della cirrosi e sulla mortalità.

Associazione tra vaccinazione e infarto miocardico acuto e ictus ischemico dopo l’infezione da COVID-19. Abbiamo scovato questa interessante lettera di ricerca su JAMA in cui si affronta il problema Post COVID infarto e ictus.  Come influisce la vaccinazione?

C’è differenza tra caffè zuccherato, amaro o dolcificato nella mortalità totale e per cause specifiche? Ormai si sa che un consumo di caffè moderato diminuisce la mortalità, ma questo studio si concentra su un aspetto spesso ignorato: il tipo di caffè. È meglio quello zuccherato? Quello dolcificato artificialmente? Quello amaro? E infine, quello istantaneo o quello decaffeinato? All’articolo seguono delle brevi considerazioni aggiuntive di Andrea Fontanella, che mostrano come le possibili valutazioni siano ancora più complesse.

Rischio di incidenti automobilistici dopo una prima sincope. Che fare? Una sincope mentre si guida mette a repentaglio la propria vita e quella degli altri. Se la prima volta è in genere imprevedibile, è prevedibile una sua recidiva? Le statistiche dicono che c’è il 9-10% di probabilità di ripetizione. E allora, che fare? Gli studi sono molto eterogenei e questo ampio studio inglese ha cercato di fare il punto sulla situazione, non dando certezze ma, alla fine, dando ragione a noi internisti che, pur con l’aiuto delle linee guida, regoliamo i nostri comportamenti ad ogni singolo caso.

Dosi di radiazioni e schemi di frazionamento nel carcinoma duttale in situ della mammella non a basso rischio. L’irradiazione di tutto il seno dopo un intervento chirurgico conservativo per carcinoma duttale in situ (DCIS) riduce la recidiva locale. Questo studio internazionale, multicentrico, in aperto, ha voluto verificare se un incremento del letto tumorale dopo irradiazione di tutto il seno (WBI) abbia migliorato i risultati ed ha esaminato la sensibilità al tipo di frazionamento della dose delle radiazioni nel DCIS non a basso rischio (frazionamento convenzionale o ipofrazionamento, che avrebbe il vantaggio di un minore impatto sulla qualità della vita delle pazienti)?

Sicurezza ed efficacia di Semorinemab negli individui con malattia di Alzheimer da prodromica a lieve. I grovigli neurofibrillari composti da proteina tau aggregata sono uno dei segni distintivi neuropatologici della malattia di Alzheimer (AD) e sono correlati alla gravità clinica della malattia. Gli anticorpi monoclonali che prendono di mira la tau possono potenzialmente migliorare la progressione dell’AD rallentando o arrestando la diffusione e/o l’accumulo di tau patologica. Ci si chiede quindi se il trattamento con l’anticorpo anti-tau semorinemab riduca la progressione della malattia nella malattia di Alzheimer da prodromica a lieve. I risultati non sembrano incoraggianti.

SPAZIO GIOVANI FADOI

I “giovani campani” (Ilaria Carbone, Chiara Mastrobuoni e Fulvio Cacciapuoti), coordinati da Gabriella Coppola, ci propongono questo interessante studio: Diversi tipi di fibrillazione atriale e dei loro outcome in rapporto alla terapia di controllo precoce del ritmo. I diversi fenotipi clinici di fibrillazione atriale, parossistica o persistente, potrebbero differire per quanto riguarda l’outcome clinico. Esistono pochi confronti diretti tra le diverse terapie di controllo del ritmo nei pazienti con la forma parossistica e persistente. Questo studio fornisce la prima evidenza, in un ampio gruppo di pazienti con fibrillazione atriale per un lungo follow-up, dell’esistenza di differenze circa gli outcome nei diversi fenotipi di fibrillazione atriale, ed in particolare nei pazienti con fibrillazione atriale di prima diagnosi.

MEDICINA DI GENERE

Differenze di genere nella malattia di Alzheimer? La disfunzione sinaptica è un evento precoce nella patogenesi della malattia di Alzheimer, oltre ad essere un buon predittore di declino cognitivo. In che modo le differenze nella funzione sinaptica fra uomini e donne possano impattare sull’eziopatogenesi della malattia, conducendo ad un’interruzione della connettività neuronale, rimane un’attiva area di ricerca. Uno degli approcci utilizzati per esaminare questo fenomeno è valutare come il potenziamento sinaptico, indotto da varie attività, differisca in modelli di topi maschi e femmine affetti da malattia di Alzheimer, a livello delle vie collaterali di Shaefer, situate nell’ ippocampo. Questo argomento viene molto bene sintetizzato dall’editoriale di Navakkode e coll. “scovato” da Desirè Addesi e Tiziana Ciarambino su “Aging”.

L’ANGOLO ANÍMO

Nursing case management nelle cure palliative: Scoping review. (Letizia Tesei, Ignazia Lo Burgio). Poiché la persona in cura palliativa è un paziente con bisogni molteplici, complessi e in continua evoluzione, rispondere a questi bisogni richiede il coinvolgimento di più professionisti sanitari, con il rischio che ciò possa frammentare l’assistenza sanitaria. Tutto il processo di case management è centrato sul paziente e sulla famiglia e in questo modo può tradursi in minore necessità di interventi complessi, maggiore coinvolgimento nel processo di assistenza. Il ruolo assunto dal case manager e la sua capacità di leadership risultano fondamentali nel raggiungimento di migliori risultati.

L’ANGOLO DELLE LINEE GUIDA

  • Necessità urgente di aggiornamento delle Linee guida NICE su imaging per TIA. (NICE guideline)
  • Consenso degli esperti sulle terapie non statiniche per abbassare l’LDLC. (2022 ACC Expert Consensus) 
  • Gestione dell’endocardite infettiva nei tossicodipendenti. (A Scientific Statement American Heart Association – 2022)

Tutto completato care Amiche e cari Amici, buona lettura ed un caro saluto a tutti voi.

Andrea Fontanella
Presidente Fondazione FADOI

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