Aggiorn@Fadoi Numero 168 | 1° Settembre 2022

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Care Amiche e cari Amici della FADOI e dell’ANÌMO,
1° settembre, eccoci di nuovo dopo la pausa estiva. Buone ferie fatte a chi ha già potuto godere del meritato riposo e un sincero augurio di buone ferie a chi dovrà e potrà farle. L’Italia riparte, tranne quella gran parte di essa che, come noi, non si è mai fermata. Purtroppo, è una ripartenza che non si avvia sotto i più felici auspici, la crisi mondiale, dipendente dai tanti motivi a tutti noi ben noti, frena ogni cosa. Così come la mente è la responsabile assoluta della salute del corpo (diceva Socrate: “Guai a quel medico che cura il corpo senza avere curato la mente, giacché da essa tutto discende.”), così l’energia è il vero e l’unico motore di tutta l’economia mondiale e, quindi, dello sviluppo e della salute dei popoli, il suo attuale, spropositato costo crea delle difficoltà difficilmente sormontabili. Se poi guardiamo al nostro settore, quello della Salute Pubblica, c’è davvero da rimanere sconfortati se non angosciati. Gli Ospedali sono in tragica carenza di personale, soprattutto i Pronto Soccorso sono drammaticamente sguarniti. Il personale è in pieno burnout per il sovraccarico di lavoro, per la mancanza di riposo (spesso per permettersi una decina di giorni di vacatio dal lavoro, si devono raddoppiare i propri turni per compensare le carenze e così, di fatto, non si usufruisce di ferie), per la violenta aggressività di una certa parte dell’utenza irragionevole e in mala fede anche se spesso esasperata, per i sempre più numerosi contenziosi medico legali e così via. Frequentemente i Direttori di Unità Operative Complesse si sottopongono a turnazioni negli stessi Pronto Soccorso, si legge di taluni che, ritornando agli esordi della propria carriera, addirittura coprono i turni di notte nelle ambulanze.  Alcune ASL ricorrono ad onerosissimi contratti con Medici di altri paesi non UE, in numerosissime altre, grazie alla legge Calabria, si assumono medici specializzandi, che pure non sono sufficienti. La FADOI ha decisa intenzione di volere esprime idee progettuali per una riorganizzazione della strutturazione sanitaria cominciando col raccogliere i dati e le informazioni che ci giungono dalle nostre Regioni. Noi crediamo fermamente nella ripartenza e lavoreremo tutti per questo.
Intanto ora certamente ripartiamo con aggiorn@fadoi.

eGFR: quanto attendibile? Inquietante questo lavoro pubblicato sugli Annals che Giuliano ci propone. In pratica la corrispondenza a livello individuale tra GFR stimato (eGFR: quello universalmente utilizzato) e il GFR misurato direttamente (mGFR) può essere piuttosto scarsa, sia in senso di sottostima che di sovrastima. “Se si considera che per una persona con un eGFR di 60 ml/min/1,73 m 2, si prevede che il 95% dei GFR misurati direttamente oscillerà da un minimo di 36 ml/min/1,73 m 2 fino a 87 ml/min/1,73 m 2, abbiamo valori che vanno dallo stadio 3B dell’insufficienza renale cronica allo stadio di non insufficienza renale.”

Un’altra considerazione che mi permetto di aggiungere a quelle espresse dagli autori, è che, nella pratica corrente, noi abbiamo almeno quattro formule per calcolare l’eGFR. Oltre la CKD-EPI (che è forse quello più attendibile ed è quello maggiormente considerato nel lavoro presentato), vi è la Cockroft-Gault (che, ad esempio, è quella utilizzata negli studi registrativi degli anticoagulanti diretti per la valutazione della funzione renale), le MDRD-4 IDMS e la Schwartz … e tutto ciò complica le nostre considerazioni.

NAFLD e rischio di demenza: uno studio di popolazione. La NAFLD è fortemente sospettata di aumentare il rischio di demenza, e le malattie cardiovascolari, naturalmente, ancora di più. Ma mentre per la prima mancano evidenze sicure (spesso si confonde l’encefalopatia da cirrosi con la demenza da NAFLD), per le seconde il rapporto è consacrato. E per l’associazione NAFLD/malattie cardiovascolari? In quest’ampia revisione di Shang e coll., che vi propongono Giuliano e Luca Fontanella, viene affrontato il problema.

Sopravvivenza globale con Brentuximab Vedotin nel linfoma di Hodgkin in stadio III o IV. Il trattamento del linfoma di Hodgkin avanzato è stato una storia di successo in oncologia, ma negli ultimi decenni sono stati fatti solo modesti progressi. In questo lavoro che ha pubblicato i dati a 6 anni dello studio ECHELON-1, il trattamento con Brentuximab Vedotin + Doxorubicina, Vinblastina, Dacarbazine ha comportato un miglioramento sia della sopravvivenza libera da progressione della malattia che della sopravvivenza globale.

Sepsi: una bonifica precoce della sorgente influisce sulla mortalità a 90 giorni? Il controllo della sorgente (drenaggio di ascessi, debridement di tessuti infetti o necrotici, controllo della contaminazione microbica in corso o rimozione del dispositivo infetto) è un passaggio chiave nel trattamento precoce della sepsi, ma solo un  terzo dei pazienti ricoverati in ospedale con sepsi viene sottoposto a procedure di controllo del focolaio iniziale e, a causa della mancanza di dati di alta qualità, esiste una controversia sulla rapidità con cui si dovrebbe ottenere il controllo del focolaio. Questo ampio lavoro retrospettivo si pone un outcome forte: la riduzione della mortalità a 90 gg. Una precoce bonifica della sorgente la riduce?

Pulsossimetria e razze. La pulsossimetria è entrata nella pratica comune (anche troppo: dopo la pandemia c’è stata una diffusione enorme di apparecchi a basso-bassissimo costo non si sa quanto affidabili e un uso indiscriminato da parte di persone non preparate), ma un aspetto di cui non si tiene conto è quello della razza, o meglio, del colore della pelle, che può influenzare notevolmente i risultati e portare a letture con valori falsamente elevati di saturazione. Questo lavoro pubblicato su JAMA ci fornisce indicazioni pratiche molto utili.

Effetto della terapia fisica vs meniscectomia parziale artroscopica nelle persone con lesioni meniscali degenerative. Si fanno troppi interventi di meniscectomia parziale artroscopica. Eppure, le linee guida dicono che a due anni una buona rieducazione non è inferire all’intervento. Ora lo studio ESCAPE ci propone il follow-up a cinque anni, e le cose non sembrano cambiare…

La   chirurgia bariatrica diminuisce il rischio di cancro e la mortalità nei grandi obesi? La chirurgia bariatrica è il trattamento più efficace attualmente disponibile per l’obesità. I pazienti, in genere, perdono dal 20% al 35% del peso corporeo dopo l’intervento chirurgico, e quel peso spesso viene mantenuto per molti anni.  Alcuni studi osservazionali hanno riportato un’associazione tra chirurgia bariatrica e ridotto rischio di cancro.  Sebbene questi dati aggiungano risultati importanti alla letteratura, lasciano anche l’opportunità di rispondere a ulteriori domande. Ad esempio, mancano dati affidabili sulla mortalità correlata al cancro e sul rischio di cancro in rapporto alle diverse procedure chirurgiche, che alterano nettamente l’anatomia. Questo studio è stato progettato per indagare la relazione tra le procedure bariatriche contemporanee e l’incidenza di un gran numero di tipi di cancro e la mortalità correlata al cancro durante il follow-up a lungo termine.

SPAZIO GIOVANI FADOI

Shock settico: quali fluidi, quanti e con quali obiettivi? Durante l’epidemia di colera britannica del 1831, William O’Shaughnessy riferì che il sangue delle vittime “ha perso gran parte della sua acqua… gran parte dei suoi ingredienti salini neutri” e che “negli alcali liberi contenuti nel siero sano, non una particella è presente in alcuni casi di colera”.  Con questi rilievi egli, per primo, ha sostenuto il ripristino dell’acqua e dei sali mancanti, un approccio che è stato adottato dal medico di medicina generale scozzese Thomas Latta, che ha riportato i sorprendenti effetti rianimatori sopra descritti.  Due secoli dopo, rimangono le domande chiave: quanti e quali fluidi, e verso quali obiettivi? Meyhoff e colleghi ora riferiscono sul Journal risultati dello studio CLASSIC (Conservative versus Liberal Approach to Fluid Therapy of Septic Shock in Intensive Care), uno studio internazionale randomizzato per valutare gli effetti della restrizione dei liquidi per via endovenosa sulla mortalità a 90 giorni e altri importanti outcome in adulti con shock settico nell’unità di terapia intensiva, rispetto ai più elevati volumi standard normalmente adottati.

MEDICINA DI GENERE

Differenze di genere nello sviluppo di disturbi psicotici associati all’uso della Cannabis. Anche sull’uso e sugli effetti delle droghe ci sono differenze di genere. Tiziana Ciarambino e Angela Pepe hanno cercato di sintetizzare questa difficile revisione e ci hanno offerto elementi di riflessione molto importanti.

L’ANGOLO ANÍMO

Antimicrobial Stewardship nella cura delle ferite. Ignazia Lo Burgio e Letizia Tesei ci propongono una breve review su un argomento molto importante, la gestione antimicrobica, riferita in particolare alla gestione delle ferite.

L’ANGOLO DELLE LINEE GUIDA

  1. Linee guida per la pratica clinica del cancro dell’endometrio (SEOM/GEICO, 2022) Società Spagnola di Oncologia Medica/Gruppo Spagnolo per la Ricerca sul Cancro Ovarico.
  2. Linee guida 2022 dell’American Association of Endocrine Surgeons per l’adrenalectomia.

Non mi resta ora che augurarvi una buona lettura ed una serena ripartenza.

Andrea Fontanella
Presidente Fondazione FADOI

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